Un’ora ogni due settimane in cui il personale di stalla si incontra e fa il punto. Sembra poco, eppure ha cambiato in meglio lo svolgimento delle cose, i risultati e anche l’armonia con cui si lavora in stalla, che poi sono cose tutte unite e collegate.
È questa l’esperienza di una grande azienda emiliana, che in pochi anni è assai cresciuta numericamente, con una mandria divenuta importante e – giocoforza- un peso crescente della manodopera dipendente rispetto a quella famigliare.
E si sa come vanno le cose in questi casi: la gestione del personale è spesso una strettoia complicata, imprevista, e il risultato finale della stalla ne viene penalizzato.
Perché un conto è avere le idee chiare e le strutture giuste, e magari anche la mandria come si deve, ma poi tutto o quasi è delegato, fatto da altri, e qui, in tanti casi, cominciano i problemi: chi fa cosa, come, quando? E come si sa chi ha fatto cosa, come e quando?
Da qui una scelta importante, anzi, due. La prima: dotarsi di protocolli semplici, chiari, ripetibili allo stesso modo da chiunque.
Ma, soprattutto, la seconda: trovare un’ora ogni due settimane in cui tutto il personale della stalla sta nella stessa stanza, si parla, si ragiona, si discute, ci si aggiorna a vicenda, si sottolineano problemi, si ipotizzano soluzioni.
E, parola di uno dei titolari, le cose sono migliorate, decisamente migliorate. Aumentare il coinvolgimento di tutto il personale nelle vicende della stalla si è dimostrato un ottimo investimento: un’ora di tempo bene investita.

