La recente giornata del latte è stata l’occasione per varie giornate di riflessione e approfondimento, che hanno prodotto dati ed elaborazioni sul settore.
Interessanti sono alcuni numeri che risultano da elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat.
Mettono in luce l’andamento del settore in Italia, suddiviso per varie tipologie di latte prodotto e considerando le varie vie di utilizzo.
Numeri che confermano quanto già si sa, ma ne danno una misura più precisa e ordinata, evidenziando tendenze e andamenti.
A questo proposito vi allego qui sotto le tabelle con tutti i numeri.
Qualche osservazione.
La produzione di latte nazionale è aumentata dell’11,6% nel periodo 202-2015.
Sono in diminuzione le importazioni di latte dall’estero: dal 2011 (anno del picco) al 2016 c’è stata una caduta del 30%.
È interessante anche leggersi un po’ di numeri riguardo la destinazione del latte prodotto, nel confronto tra 1982-2015.
Si notano tutti segni “+” tranne per il latte alimentare.
Spiccano i balzi di creme da consumo (+119,64%), yogurt (+308,86%); formaggi (+114,39%). Per il latte alimentare si registra un -22,36%.
Ebbene, sono numeri che confermano la direzione della nostra zootecnia da latte, sempre più marcatamente rivolta alla trasformazione, con il latte alimentare che perde colpi.
Se poi intrecciamo il dato brillante dell’andamento delle esportazioni, legate ai formaggi stagionati classici, ma che potrebbero anche riguardare prodotti più freschi – almeno per quanto riguarda il mercato europeo – se si riuscisse a sfruttare meglio il traino di immagine del made in Italy, tutto va comunque nella direzione della trasformazione.
Per il latte alimentare invece c’è il dato negativo dei consumi (il latte in quanto latte perde appeal) e di redditività per chi lo produce in Italia.
C’è quindi una direzione abbastanza chiara che si delinea: la zootecnia da latte in Italia sarà – dovrà esserlo – sempre più una zootecnica da latte da trasformare.
Trasformare non solo in senso classico, ma anche in quei nuovi prodotti a cavallo tra salutistico, nutraceutico e dietetico ricchi di virtù nutrizionali e di valore aggiunto.
(Elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat)
(Elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat)
(Elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat)