Chi pensa che l’antibioticoresistenza sia un pericoloso meccanismo messo in atto da alcuni microrganismi per risentire sempre meno dell’azione di una o più molecole di antibiotico, ha senza dubbio ragione.
Il problema c’è ed è più serio di quanto sia percepito.
Tuttavia è un concetto da integrare: i laboriosi microrganismi non si accontentano di opporsi all’antibiotico, ma riescono anche a sviluppare meccanismi di resistenza anche a certi disinfettanti.
Non solo, riescono a incrociare il tutto, il che rende ancora più seria tutta la faccenda.
Come segnala infatti un articolo comparso sul sito dell’American Society For Microbiology, l’uso della clorexidina (un disinfettante molto diffuso per uso domestico, ospedaliero e altro) può selezionare ceppi batterici resistenti anche alla colistina, che invece è un antibiotico considerato di ultima istanza in umana, ossia da usarsi laddove le altre molecole hanno gettato la spugna.
Ebbene, nell’articolo (che potete leggere qui) si cita uno studio che spiega come l’esposizione alla clorexidina può selezionare batteri resistenti alla clorexidina, ma anche che questi meccanismi di resistenza possono conferire al germe una resistenza anche a determinati antibiotici. Nello specifico si è vista la cosa con ceppi di Klebsiella pneumoniae adattati alla clorexidina che hanno mostrato resistenza anche alla colistina, grazie allo scambio difrazioni di Dna dove sono andati fissandosi i meccanismi di difesa.
Più consolante il processo opposto. I ricercatori hanno verificato se ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti a colistina restavano però sensibili alla azione della clorexidina, e così è stato.
Questo tuttavia non esclude il rischio e la necessità di osservare da vicino queste interazioni tra resistenze al disinfettante e/o resistenze all’antibiotico e viceversa.
La morale di tutto ciò? Almeno una è indiscutibile: quello dell’antibioticoresistenza è un problema complesso e ampio, e coinvolge tutti quanti. Chi fa ricerca e chi per ragioni di lavoro si confronta ogni giorno anche con l’azione dei batteri.
Sapere che il rischio concreto di ritrovarci con armi sempre più spuntate è dietro l’angolo può essere di aiuto per rivedere prassi, protocolli e anche prodotti che magari si consideravano indiscutibili.