Per prevenire il deterioramento aerobico dell’insilato un punto chiave è la velocità di avanzamento del fronte una volta aperta la trincea.
Velocità di avanzamento troppo basse sono un problema, perché lasciano via libera alle rifermentazioni e alla contaminazione.
Ma quale è la velocità di avanzamento di sicurezza? Per Giorgio Borreani dell’Università di Torino, alla luce di un grandissimo numero di dati raccolti sul campo relativamente a insilati contaminati e velocità di avanzamento, nell’area padana, in inverno non si dovrebbe scendere sotto i 15 cm/giorno o i 105 cm settimanali, in estate mai sotto i 23 cm/giorno o i 160 cm settimanali (fermo restando che più fa caldo più l’avanzamento deve essere rapido).
Ovviamente va misurato l’avanzamento effettivo: lo si può misurare tracciando una riga verticale sulla parete in corrispondenza del fronte della trincea e, dopo una settimana, misurare di quanto si è avanzati, e vedere il dato.
Velocità di avanzamento più basse di quelle indicate sono a rischio e richiedono un’analisi attenta della situazione per porvi rimedio.
Le dimensioni della trincea sono un punto essenziale: se si procede troppo lentamente si deve cambiare sicuramente qualche cosa.
Una soluzione potrebbe essere, per trincee molto larghe, inserire una nuova parete centrale che sdoppi la trincea in due parti, così da avere di fatto due trincee più strette, e di rapido avanzamento, dove prime ce ne era una larga e a lento avanzamento, aggiungendo versatilità e possibilità di avere più scelte foraggere.
Attenzione anche alle pareti della trincea e alla eventuale presenza di rotture, perdita di continuità, fessurazioni, che possono diventare ricettacoli di prodotto contaminato.