Quando le produzioni sono alte le due mungiture mostrano tutto il loro limite rispetto alle necessità della mammella.
Quando la spinta a latte è tanta ridurre l’intervallo tra uno svuotamento della mammella e l’altro è quindi un grosso aiuto alla bovina, alla sanità e funzionalità della sua mammella e alla potenziale produzione di latte di quella bovina.
Ben lo sa chi passa alle tre mungiture o chi adotta il robot.
E se le mungiture fossero quattro? Non per tutta la lattazione, ma solo in quella fase di picco, quando il latte prodotto è davvero tanto, tantissimo in certe stalle ad altissime produzioni (che sono sempre meno difficili da incontrare).
Certo, la cosa è facile dirsi, un po’ meno a farsi. Logisticamente l’organizzazione dei turni di mungitura è un bell’ostacolo, ad esempio. E poi ci sarebbero mille altre possibili considerazioni.
Quindi prendetelo come uno spunto, niente di più.
Me lo proponeva un allevatore (che fa tre mungiture e ha una media stalla di oltre 130 quintali) che raccontava di ciò che aveva visto in una grossa stalla del Wisconsin (Usa) da lui visitata in occasione di un recente viaggio.
Ebbene, l’allevatore in questione faceva la quarta mungitura sul gruppo delle freschissime, per i primi 40 giorni di lattazione, poi passava alle classiche 3 fino alla fine.
La sala di mungitura era impegnata per 18-20 ore giornaliere e riusciva a incastrare il turno supplementare per le freschissime, riuscendo così ad avere per loro le quattro mungiture.
La sostanza della questione è che otteneva un kg e oltre in più al picco per bovina rispetto allo standard precedente delle tre mungiture da inizio a fine lattazione.
Sarà così?
Commentando quanto sopra un altro allevatore raccontava di aver provato la cosa, ma di avere sospeso dopo sei mesi. Facevano più latte, vero, ma pur con le dovute attenzioni alimentari erano dimagrite troppo.
Dunque, come sempre: una, nessuna, centomila: sono le possibilità di azione in una stalla da latte. Non c’è ricetta valida ovunque ma solo ricette personalizzate.