Prato paddock, quel pezzo di terra che rende di più.
Perché vale la pena dedicare un terreno a disposizione dell’azienda non alla produzione di foraggi o colture, ma alla creazione di un prato paddock per la mandria.
Molti lo stanno facendo. Un esempio? Eccolo. Qui ormai da qualche anno hanno smesso di coltivare un’area marginale contigua alla stalla e l’hanno trasformata in un prato-paddock per le asciutte.
E quello che hanno risparmiato nelle spese sanitarie ha reso sicuramente più di quanto non rendesse il terreno quando era coltivato.
Vediamo qualche dettaglio.
In sé la cosa brilla per semplicità. Al prato-paddock in questione le asciutte hanno accesso liberamente nelle 24 ore. È stato suddiviso in due parcelle, con la via di accesso dalla stalla posta centralmente. Le due parcelle sono separate da un cancello a molle. Tutto il perimetro è ovviamente definito con filo elettrificato. Attorno ci sono piante di alto fusto, e questo è un dettaglio importante perché in questo modo si avrà sempre un’area ombreggiata per le bovine.
Inizialmente, per mantenere un buon manto erboso, si irrigava quasi quotidianamente, ma la pratica è stata presto abbandonata perché nel terreno bagnato il movimento delle bovine distruggeva il fondo, col rischio di ritrovarsi in un paddock di sola terra o fango.
Adesso si tiene seminato in autunno con essenze adatte al pascolo e che hanno meno necessità di irrigazione.
Torniamo alle asciutte e a cosa è cambiato con la creazione del prato-paddock. Mentre prima le vacche a fine asciutta venivano spostate nel box parto, dove partorivano, adesso fanno tutta l’asciutta nello stesso recinto con prato-paddock annesso.
In genere partoriscono all’aperto.
Per il parto la bovina va a cercarsi un luogo appartato e tranquillo dove partorisce. Tutto è più veloce: la durata del parto, l’espulsione della placenta, il recupero della vacca dopo il parto.
Sicuramente ha una grande importanza la ginnastica funzionale nei due mesi di movimento ma c’è un qualcosa di non strettamente definibile, spiega l’allevatore, se non generalmente come benessere, fatto di comportamenti, atteggiamenti degli animali, che in stalla non è possibile vedere.
Che tutto ciò abbia una correlazione con l’ottimale preparazione al parto è indiscutibile.
Ancora un dettaglio. Nelle parcelle del prato-paddock non ci sono punti acqua o abbeveratoi. Questo per evitare che ci siano bovine che si “scordino” di rientrare in stalla, trovando fuori erba e acqua. Ma questo pregiudicherebbe l’ottimale alimentazione di asciutta.
Per questo staranno anche bene fuori, e non c’è dubbio, ma bisogna fare in modo che si ricordino di tornare in stalla.