Vero, il freddo ancora si è sentito poco. Però quel lento bruciare, consumare, scaldare è cosa tipica di questa stagione, che può tranquillamente continuare fino alla primavera.
A guardarla bene è senza dubbio chiusa: a prima vista diresti proprio che non passa un filo d’aria. Tutto è sigillato a dovere, almeno così sembra.
Invece l’aria entra, eccome se entra.
E tutto quell’ossigeno va a bruciare piano piano il contenuto della massa all’interno, a partire dal cuore e poi sviluppandosi verso l’esterno. Non in maniera sfacciata, ma tranquillamente, con un calore che cresce, cresce, cresce e riesce a raggiungere temperature di tutto riguardo, consumando piano piano quei pezzettini di materiale, fondamentalmente cellulosico, ma non solo, presente all’interno.
Pezzettini adagiati uno sopra l’altro, ben schiacciati, o almeno così sembrava: ma effettivamente di spazio – e di aria – ce n’è, ce n’è.
Oh, intendiamoci: è tutta roba ecologica, perché non si produce calore con combustibile fossile. Roba che cresce e ricresce dalla terra.
Non c’è punto della grande Pianura – ma non solo – da dove non salga questo tranquillo calore, non c’è comune o frazione dove questa combustione non proceda.
Ora. Tutto questo è cosa gradevole e auspicabile parlando di stufa a pellet.
Ma qui si parlava di trincea di insilato chiusa male.