C’è chi punta al posto fisso, come nel film di Checco Zalone. Cambiando registro, c’è chi punta alla posta fissa.
Veniamo alla questione.
Ci sono due particolari curiosi che racconta un bravo allevatore di montagna riguardo ai comportamenti delle bovine, alla posta fissa e al pascolo.
Tutti temi caldi, per le connessioni con il benessere animale, con la “guerra” alla posta fissa dei paladini del benessere e la magnificazione del pascolo. C’è molto di vero, certo, ma il senso di questa e altre esperienze che riporto quando mi capitano a tiro, è che assolutizzare è sbagliato.
Si sa: per molti animalisti la posta fissa è il male assoluto e il pascolo il massimo dei desideri per una bovina. Magari per molte, ma non per tutte le bovine. E in genere, non in maniera assoluta, ma “dipende”.
Ci sono vacche, infatti, che a volte preferiscono stare alla posta e di andare al pascolo non ne vogliono sapere. Sono animali con i quali diventa una lotta la mattina farle uscire dalla stalla dopo la mungitura e per questa ragione restano in stalla.
Non sono molte, spiega l’allevatore, ma ci sono. E pazienza se chi si occupa di benessere la pensa diversamente: loro al pascolo aperto preferiscono la stalla.
Altro dettaglio curioso: in molte situazioni di montagna durante il giorno le bovine sono liberate e vanno al pascolo. E poi al rientro vanno nella propria posta senza che nessuno debba indicarglielo.
Eppure non sempre questo accade.
A volte – è sempre il nostro allevatore che racconta – capita che una bovina, magari in calore e quindi un po’ più nervosa, sbagli la propria cuccetta e vada in un’altra.
Ebbene, si assisterà a un gran caos, perché le bovine immediatamente successive andranno a posizionarsi non alla loro propria posta, ma nella posizione consueta rispetto alla bovina che, entrando, ha sbagliato posizione.
Successivamente, arrivando altre bovine, esse si indirizzeranno alla propria posta, ma la troveranno già occupata.