E l’acqua?
L’esperienza di chi da sempre sa che l’acqua è un bene prezioso e raro deve diventare maestra di azione e di pensiero per chi in questa dimensione ci sta entrando solo ora. Perché si può ragionare sulle cause del riscaldamento globale crescente, su quanto effettivamente sia il contributo di ogni settore produttivo e se su questo tema si stiano giocando partite parallele per far passare progetti tenuti nel cassetto pronti da tirar fuori al momento opportuno.
Si può ragionare su tutto questo, ma che la scarsità di piogge e acqua sia una cosa certa è sotto gli occhi di tutti.
E quindi torniamo all’acqua.
Vediamo come sono organizzati qui per non sprecarne nemmeno una goccia di quella che arriva con le piogge.
Quelle che per qualcuno sono semplici tettoie, qui sono anche superfici di raccolta dell’acqua piovana. In questa stalla pugliese ogni tettoia raccoglie e convoglia l’acqua in una cisterna interrata profonda quasi sei metri e con una capacità di 400 metri cubi, situata nella zona dei silos con i mangimi che potete notare nella foto, coperta da una gettata di cemento.
Quest’acqua, prima di essere utilizzata per gli abbeveratoi o per il lavaggio della sala di mungitura, è potabilizzata con un sistema automatico di clorazione.
Niente di fantascientifico, sia chiaro. Però qui non va persa una goccia di acqua piovana, e di questi tempi – e per i temi che varranno soprattutto – è già qualcosa.



