Si può raccogliere l’acqua piovana? Sì, e aiuta. Aiuta in termini di disponibilità d’acqua e, soprattutto, aiuta in termini di immagine della stalla.
Non se ne vedono molti nelle stalle, specialmente laddove l’acqua e la sua disponibilità senza limiti non è un problema.
Eppure non è solo una questione di disponibilità di acqua, ma anche quella di creare un tassello aggiuntivo, di sicuro impatto, nel mosaico della sostenibilità ambientale della stalla e della circolarità della risorse impiegate nel processo produttivo.
Come si vede chiaramente nelle immagini, tratte in un bella stalla mantovana (dove certo l’acqua non manca) dotarsi di un serbatoio che raccolga l’acqua piovana, non è cosa complicata.
Qui vedete come è stata tradotta la cosa: una cisterna in PVC da 3000 litri che raccoglie l’acqua proveniente dalle falde del tetto delle due stalle ai suoi due lati.
Questo serbatoio d’acqua è utilizzato per la pulizie con il pulivapor: in questo punto è stato creato un plesso con attacchi per corrente e aria compressa.
Anche questa una scelta pratica efficace.
Torniamo all’acqua. Indispensabili i filtri prima che l’acqua arrivi nella cisterna.
Avrete capito il perché: le frotte di piccioni che stazionano sulle tettoie lasciano deiezioni che poi la pioggia in parte dilava e convoglierebbe nel serbatoio dell’acqua, senza un filtraggio efficace.
Ma questo introduce a un altro enorme problema, quello dei piccioni, ancora ben lungi dal trovare una soluzione. Un problema per tanti aspetti, anche per quello della raccolta dell’acqua piovana.
Raccolta e riutilizzo che, giova ripeterlo, è utile sempre, anche dove di acqua ce n’è in abbondanza.
Per la sostanza e, anche e talvolta soprattutto, per l’immagine e la raccontabilità dell’azienda.





