Partiamo con una domanda la cui risposta è ovvia: dareste la stessa razione a tutte le bovine della mandria, indipendentemente dalla loro produzione?
Certo che no. Ovviamente ci sono necessità alimentari che cambiano in base alla produzione. Dare di più di quanto serva è uno spreco, un costo, insomma, un problema.
Fatta questa premessa, usciamo dalla stalla, dove tutto – parlando di fabbisogni – è da anni noto e approfondito fino allo zero virgola.
Ma coi terreni è la stessa cosa?
Cioè: di ogni appezzamento si sanno rese e necessità in maniera minuta e accurata, come si conoscono per ogni bovina in ogni sua fase metabolica?
Eppure concettualmente non ci sono differenze: input e output.
E ogni parcella di terreno – come ogni bovina – ha caratteristiche proprie, e proprie necessità.
Ecco perché, come sottolineava un amico agronomo in una conversazione con sguardo dalla stalla alla campagna, l’impennata dei costi dei concimi, ancorché preoccupante per la tenuta dei conti, offre una opportunità: guardare ai terreni come si guarda alle bovine della mandria: come tante unità, ognuna con propri fabbisogni, da conoscere e soddisfare nelle esatte quantità.
Gli strumenti tecnologici per questo approccio nuovo ci sono, si tratta di prendere a prestito la mentalità che si usa per la stalla.