Come ognuno sa e come ognuno sottolinea, tra le cause che portano il mondo della produzione di latte a passarsela non proprio benissimo c’è la divisione che regna a tutti i livelli della rappresentanza.
Motivo per cui quando c’è da mettere in piedi un tavolo di trattativa o, semplicemente, il mondo della produzione è chiamato ad esprimere una sua posizione a questo o quel tavolo, se per l’industria c’è un unico rappresentante, per la produzione non basta un pulmino a portare tutti.
Come mai c’è questa frammentazione?
Ognuno ha la sua spiegazione, come ce l’ha un anziano allevatore che, essendo ormai fuori dai giochi, guarda con un certo distacco gli avvenimenti e si permette il lusso di dare originali interpretazioni. Senza capo né coda, ovviamente.
Ebbene, secondo questo spiritoso agricolo, la ragione la madre di tutte le divisioni è una sola. Anzi, dato che è maschile, diremo il padre.
Proprio lui, il gettone di presenza. Inteso in ogni sua declinazione e adattamento.
Perché – dice sempre la strampalata teoria, degna solo di un blog di facezie, umorismo e cose poco serie come questo – laddove c’è un gettone di presenza scatta immediatamente la tentazione di raddoppiarlo, raddoppiando i partecipanti. E, dato che l’appetito vien mangiando, perché non triplicarlo? Già, perché? Del resto è facile.
Se c’è un invitato per associazione, se moltiplichi le associazioni moltiplichi anche gli invitati.
C’è da restare senza parole di fronte a una teoria così fuori da ogni logica. Solo un tonto infatti potrebbe pensare che i problemi di chi produce latte sono gli stessi per tutti. Nossignore. I problemi cambiano in base al colore di riferimento: se è rosso sono di un tipo, se è bianco di un altro, se è verde un altro ancora.
Ecco perché non basta un delegato, ma ne servono molti, possibilmente anche un po’ litigiosi tra loro e in grado di ottenere poco con molte riunioni.
Tante organizzazioni, tante riunioni, tanti stipendi. Anche tanti gettoni di presenza, sostiene acido il mio interlocutore.
Pensi ciò che vuole, ma non si potrebbe certo fare diversamente. O no?
http://www.agcm.it/stampa/comunicati/8150-ic51-indagine-conoscitiva-sul-settore-del-latte-“concentrare-l’offerta-e-accentrare-i-servizi”.html propongo questa interessante lettura che affronta-piuttosto direttamente- anche l’argomento di questo post. RB