Che sia necessaria un’ottima lettiera per avere vacche comode e pulite è fuori discussione. Decidere cosa utilizzare è però un passaggio complesso, perché si devono conciliare tanti aspetti, non sempre coincidenti.
Serve un materiale che assorba, che non stimoli la crescita batterica, che sia soffice e gradevole alle bovine, facile da maneggiare, che non danneggi il sistema di raccolta delle deiezioni, con un costo sostenibile.
Difficile trovare un prodotto che risponda a tutte queste specifiche. Si trova sempre un punto debole. In generale è la paglia il materiale da lettiera più apprezzato, con buone caratteristiche generali, ma sicuramente – e non è cosa di poco conto – il costo è importante. Insomma, la questione lettiera (per le cuccette, ma anche per ipotesi di stabulazione libera) è sempre aperta e il dibattito continua.
Ad esempio nella valutazione del separato, la frazione solida sottratta al liquame mediante separazione meccanica, come possibile materiale da lettiera.
Una pratica seguita in varie aziende, che ha il grande vantaggio di affrancare la stalla dalla necessità di acquistare materiale per la lettiera, avendo una disponibilità praticamente illimitata perché autoprodotta.
Il punto in sospeso riguarda la parte più strettamente sanitaria, intesa come rapporto tra uso del separato e possibilità di crescita del rischio infezioni a carico della mammella con tutto quel che ne consegue su produzione, costi e qualità del latte.
A questo riguardo in una recente serie di seminari promossi dal Crpa dedicati alla lettiera stabilizzata e al suo utilizzo nella stalla da latte, sono stati presentati i risultati di un anno di monitoraggio di un sistema di stabilizzazione della frazione solida derivante dalla separazione meccanica del liquame.
Il separato, prima dell’uso, passa in una biocella dinamica igienizzante.
All’interno di questa biocella il separato è mosso e aerato, così da generare in continuo una reazione esotermica che scalda la massa e di fatto la pastorizza, abbattendo di circa mille volte la carica batterica contenuta.
Il calore prodotto dalla reazione porta alla evaporazione di una frazione dell’acqua ancora contenuta nel separato, aumentando il suo tenore in sostanza secca, arrivando a un contenuto in sostanza secca del materiale a fine processo del 34-35% ma che può essere anche superiore.
I risultati?
Paragonabili a quelli della paglia, dicono i risultati, ma con il vantaggio di provvedere in proprio alla lettiera eliminando la necessità di acquisti esterni.