Crescono le produzioni europee, Italia compresa. Si rimettono in moto Germania e Francia. E cresce anche la produzione di Usa e Nuova Zelanda.
Questo il quadro generale rilasciato da Clal.it e riportato in una nota di Fieragricola che ha in programma per il 2 febbraio prossimo il Milk Day, evento per fare il punto sulla situazione lattiero-casearia.
Vediamo qualche dettaglio in più.
Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno le consegne nell’Ue-28 sono cresciute dello 0,49% su base tendenziale, arrivando a una produzione complessiva di 118.049.000 tonnellate.
Di per sé, non sarebbe un aumento significativo, tuttavia, secondo il team di Clal.it, questo trend potrebbe lentamente innescare una flessione dei prezzi del latte alla stalla.
Più decisa l’accelerazione italiana: 9.012.000 tonnellate nei primi nove mesi del 2017, il 3% in più sullo stesso periodo dell’anno precedente.
In base ai dati elaborati da Clal.it, spicca l’inversione di tendenza che hanno registrato Germania e Francia, i primi due Paesi europei in termini di volumi di latte. La Germania ha prodotto in settembre il 3,2% in più rispetto allo stesso mese del 2016, allungando la striscia positiva iniziata in agosto, col +0,9% su base tendenziale. Anche la Francia a settembre ha registrato un aumento delle consegne di latte del 3,3%.
Se tale tendenza si confermerà anche nei mesi successivi – spiega Clal.it – qualche ripercussione in termini di deprezzamento dei listini si avrà anche in Italia, dal momento che i tre mercati sono fortemente interconnessi.
A livello europeo nel solo mese di settembre sono state prodotte 12.323.000 tonnellate di latte, con un balzo in avanti del 3,5%.
Produzioni di latte in aumento anche negli Stati Uniti (73.654.000 tonnellate, +1,5%rispetto ai primi nove mesi del 2016), e, nell’emisfero Sud, in Nuova Zelanda(12.757.000 tonnellate, +1,2% su base tendenziale).
Più latte alimentare prodotto in più in Europa significa inevitabilmente una pressione crescente sul nostro mercato, tradizionale sbocco delle eccedenze d’oltralpe. Il tutto in una situazione di aumento della produzione anche in Italia.
Che tutto ciò getti un’ombra sui prezzi è inevitabile.
E, infatti, le preoccupazioni già si manifestano.
Già nelle scorse settimane il portavoce dell’Associazione dei produttori di latte tedeschi (Bdm), Hans Foldenauer, aveva paventato sulla stampa un calo dei prezzi sulle borse merci, mettendo in guardia sul rischio di una nuova crisi di mercato.
Dal canto loro i produttori irlandesi sollecitano l’intervento dell’Unione europea. Gerald Quain, presidente del comitato lattiero caseario della Irish Creamery Milk Suppliers Association (ICMSA) auspica l’applicazione di un nuovo programma di riduzione volontaria delle produzioni di latte per l’anno prossimo.
Sarà interessante vedere domani come andrà l’asta del Global Dairy Trade, il cui indice ha inanellato da ottobre una discesa nelle quotazioni che lascia intendere come gli operatori del trading mondiale di latte e derivati stiano scommettendo su quantità in crescita.