Il problema si ripropone ogni anno, ma non per questo è tra quelli considerati di primaria importanza nelle stalle da latte.
Sicuramente non lo era in una stalla che ho visto recentemente: struttura impeccabile, per strutture, attrezzature presenti, organizzazione, gestione complessiva.
Eppure c’erano punti nei quali anche il solo aprire la bocca per parlare era a rischio, perché la densità delle mosche presenti era tale da consigliare una rapida uscita da quel locale (e, comunque, tenere chiusa la bocca).
Eravamo nella vitellaia, sotto un porticato, e, a differenza del visitatore, le decine di vitelli presenti non potevano certo allontanarsi e dovevano convivere con quei nuguli di mosche.
Come sarà la situazione quando le temperature saranno più alte è facile da immaginare.
Eppure niente, come se la cosa fosse normale, come fosse un dato incontrovertibile chele pareti bianche dei box vitelli dovessero essere nere di mosche, l’allevatore non dava nemmeno segno di accorgersene.
Ecco, qui sta il punto.
Le mosche sono un problema, lo sono anche se chi conduce la stalla non se ne cura.
Sono un problema per il fastidio che arrecano alle bovine, uno stress che incide fortemente sul loro benessere. Sono un problema per il rischio di trasmissione di agenti patogeni, con aumento dei rischi di mastiti, di dermatiti, di infezioni e infestazioni oculari e delle mucose, di microtraumi e via elencando.
Ovviamente c’è poi la questione latte, intesa come sanità del prodotto e come igienicità della produzione. Fino ad arrivare all’immagine dell’azienda, per la quale la massiccia presenza di mosche è un serio fattore di inciampo.
Insomma, il problema c’è ed è sempre meno stagionale, dato che i cambiamenti climatici in corso, la frequenza di inverni miti, l’arrivo di insetti provenienti da altre aree rendono la questione sempre più critica.
Contro mosche e altri insetti dannosi non sarà magari possibile vincere, ma sicuramente si può contenere il problema con programmi di intervento adatti.
Prima ancor però serve la consapevolezza che le mosche non sono un fatto inevitabile ma un problema da mettere nel mirino tra le priorità.