Riconosciamolo: se ne sentiva la mancanza.
Oh, sì: se ne sentiva proprio la mancanza.
Ma come: lo sanno anche i sassi che così non si può più andare avanti. È un disastro che avanza, una voragine che si apre sotto i nostri piedi: famiglie che avete sempre meno soldi in tasca per la spesa; disoccupati che non trovate lavoro perché le fabbriche sono scomparse e i giochetti finanziari hanno preso i posto dell’imprenditorialità lungimirante; studenti che bivaccate in una scuola pubblica sempre più succube delle ideologie e delle fuffa; cittadini che vivete vostro malgrado sotto coprifuoco perché in ogni città piccola o grande la periferia sta moltiplicando degrado e illegalità, eccetera, eccetera…
Ebbene, voi che vi lamentate di tutto questo non avete capito un tubo!
Ignoranti che siete!
Il vero problema è che mancava il partito animalista che, tra i suoi obiettivi, ha anche quello di combattere legalmente l’allevamento intensivo.
Era questo il vero problema, la vera mancanza, la causa reale del vostro disagio!
Mancava, ma ora c’è, come riportano commossi i giornaloni di ordinanza.
Solo un banale appuntino in chiusura. Dato il padre nobile dell’iniziativa, così giustamente fiero e sorridente in fotografia tra le paladine dell’animalismo, cosa ne penserebbe se, come gesto di nobile coerenza, tutti coloro che con le loro aziende hanno a che fare con l’orrenda pratica dell’allevamento intensivo ritirassero la pubblicità da certe reti televisive?