“La notizia è giunta inaspettata nella serata di mercoledì 21 giugno: una nota del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha comunicato alle Regioni che la ripartizione per il cofinanziamento del Piano nazionale dei controlli sulla produttività animale svolti dalle Associazioni Allevatori, a causa del ridimensionamento della spesa pubblica, passerebbe dagli attuali circa 22,5 milioni di euro a soli 7 milioni. Tutto questo a fronte di una spesa complessiva che supera abbondantemente i 50 milioni di euro”. Sorpresa e sconcerto per il presidente Aia Giorgio Nocentini, colto di sorpresa da una mossa inaspettata che pregiudica forse mortalmente l’operatività sul territorio del Sistema allevatori, alle prese con una dolorosa riconversione, e ne mette in forse, oltre ai progetti già avviati, anche l’esecuzione degli stessi controlli funzionali.
Per l’assessore lombardo Gianni Fava “lo stato ha scelto, di fatto, di lasciare morire il sistema allevatoriale di questo paese”. “Passare da 22 milioni a 7, in questa situazione di forte disagio del sistema nel suo complesso – prosegue Fava – significa condannare le Apa superstiti a portare i libri in tribunale”. “Fino ad oggi abbiamo ragionato per cercare nelle pieghe del bilancio delle Regioni qualche risorsa che potesse (integrando il contributo dello stato) riuscire a far parzialmente quadrare i conti delle organizzazioni allevatoriali, ma con questo colpo mortale abbiamo la certezza di non essere più nelle condizioni di poter contribuire in alcun modo al salvataggio del sistema, della tenuta dei registri e dei controlli funzionali”.