Si sta producendo tanto latte in più in Italia, in Europa, nel mondo. La grande macchina mondiale del latte è ripartita da mesi e si vedono le conseguenze.
Qualche numero chiaro sul latte prodotto, sulle tendenze e sugli effetti prevedibili sul mercato arriva da Clal.it. Numeri contenuti in un comunicato di Fieragricola, imminente evento veronese che darà grande spazio al latte, in particolare con il Milk Day del 2 febbraio prossimo.
Al di là delle chiacchiere, ecco i punti chiave.
I dati riportati da Clal.it evidenziano per l’Unione europea nel periodo gennaio-novembre 2017 un incremento delle consegne, più marcato negli ultimi mesi: +4,5% a settembre in confronto allo stesso mese del 2016, +4,8% a ottobre e +5,6% a novembre.
Osservando i trend dei principali paesi produttori dell’Ue-28 nel mese di novembre, la Germania ha aumentato le produzioni su base tendenziale del 6,4%, la Francia del 4,9%, il Regno Unito del 7,8%, l’Olanda dell’1,9% (incremento frenato dall’introduzione di vincoli legati ai fosfati), l’Italia del 3%, l’Irlanda del 16,1%, la Danimarca del 6,6%, il Belgio dell’11,6 per cento.
Nei primi 11 mesi del 2017 l’Unione europea ha prodotto complessivamente 2.213.000 tonnellate di latte in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,6%), superando i 143,2 milioni di tonnellate conferiti.
Le produzioni di latte stanno crescendo a livello mondiale, non solo europeo. I volumi toccati dai principali paesi esportatori (Ue-28, Usa, Ucraina, Bielorussia, Turchia, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Cile, Uruguay) sono saliti dell’1,3% fra gennaio e novembre 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016.
Sulla carta, spiega Clal.it, i numeri farebbero pensare a un equilibrio sostanziale rispetto alla crescita dei consumi, in quanto fra gennaio e dicembre dello scorso anno le importazioni lattiero casearie sono cresciute dell’1,3% su base tendenziale. La sensazione, però, è che la domanda globale sia più lenta rispetto al passato.
Nel 2016, infatti, le importazioni mondiali hanno registrato una maggiore dinamicità: +3,5% sui 12 mesi precedenti. Anche queste sembrano essere indicazioni che suggeriscono di rallentare le produzioni e di orientarle nelle aree dove la richiesta è maggiore, come in Cina e nel Sud Est Asiatico.
L’aumento delle quantità di latte consegnate ha portato a una diminuzione dei prezzi del latte, anche se la tendenza ribassista, sottolinea Clal.it, non sembra essere univoca. I prezzi del latte crudo intero spot (in cisterna) nei Paesi Bassi, dopo il crollo di oltre il 30% fra la fine di novembre e la metà di dicembre (da 30 euro a 18 euro/100 chilogrammo), nella prima parte di gennaio sono saliti a 24 euro/100 kg, recuperando così parzialmente terreno.
La cooperativa olandese Friesland Campina ha garantito per il mese di gennaio il ritiro del latte a 37,50 €/100 chilogrammi. A novembre il prezzo di ritiro ai soci era stato stabilito a 41,75 euro.
In Germania, le quotazioni di novembre si sono assestate a 38,97 €/100 kg (-0,43% rispetto al mese precedente), ma Ingo Mueller, amministratore delegato di Dmk (Deutsches Milchkontor), la principale azienda lattiero casearia tedesca, ha annunciato nei giorni scorsi probabili riduzioni di prezzo, proprio come conseguenza dell’incremento produttivo.
Segno negativo anche per i listini francesi, che a novembre avevano perso lo 0,84% su base congiunturale, con cifre medie a 34,53 €/100 chilogrammi.
E l’Italia?
Spiega Clal.it che fra gennaio e novembre l’Italia ha aumentato la produzione interna di latte del 3,3%, con l’inevitabile effetto di far scivolare i prezzi sul medio-lungo periodo.
Buone notizie sul fronte dell’export. Nel periodo gennaio-ottobre 2017 le esportazioni italiane sono cresciute del 14% in quantità e del 12,3% in valore (con un boom di latte e panna, che hanno segnato rispettivamente il +42,3% in quantità e il 35,6% in volume).
Trend positivo anche per i formaggi, che nei primi 10 mesi del 2017 hanno messo a segno un +6,6% in volume e un +9,4% in valore.
Nella seconda metà del 2018 prezzi nuovamente in salita?
Non lo escludono gli esperti di Clal.it, ma tutto dipenderà da quanto cresceranno le produzioni.
Un dato difficile da prevedere.
Quando riparte la grande macchina del latte il suo rallentamento non è facile né immediato.