Un metodo per il seme sessato è quanto anticipavamo nell’articolo di ieri a questo tema.
Facciamo un breve riassunto della puntata precedente.
Negli ultimi anni si è fatto moltissimo per migliorare le condizioni di allevamento, con particolare enfasi sul benessere animale e la mitigazione degli effetti dannosi del caldo. Questa ha consentito di ottimizzare dal punto di vista riproduttivo la gestione della mandria.
Grazie a questi progressi è ora possibile pensare all’incrocio con razze da carne. Ma con una prospettiva opposta rispetto al passato, almeno per molte stalle: non per ovviare a problemi di fertilità della mandria, ma, al contrario, proprio per sfruttare i buoni risultati riproduttivi della mandria, destinando solo una parte minoritaria di essa alla produzione della rimonta, con il resto avviato alla produzione di incroci da carne.
Ebbene, concludevamo con la sottolineatura delle necessità di un metodo di lavoro.
Eccolo qui, come ce lo suggerisce il nostro ottimo specialista.
Come si procede?
Suddividendo il totale della mandria per merito genetico, verosimilmente la popolazione più giovane o quella da cui è maggiormente desiderabile ottenere della progenie funzionale ai propri piani di selezione, diciamo il primo quartile della popolazione dell’allevamento, alla rimonta, con l’utilizzo di seme sessato Holstein in purezza.
Tutta la parte rimanente può essere poi destinata alla fecondazione con toro da carne.
Partiamo da un dato: un tasso di rimonta del 30 o del 35% crea un fabbisogno di manze considerevolmente diverso.
Un altro fattore che ha un impatto rilevante sulla dimensione della mandria giovane naturalmente è l’età al primo parto.
Semplicemente spostandosi dai 25 mesi di età media al primo parto ai 24 la consistenza della mandria giovane diminuisce in maniera significativa.
Come la rimonta viene generata all’interno della stalla? Da un lato esiste il sistema più tradizionale con l’uso di seme convenzionale e una piccola parte di seme da carne, dall’altro lato oggi è possibile programmare il numero di nascite di vitelle in purezza utilizzando il seme sessato e dall’altro lato invece fare incrocio da carne per ottenere vitelli di maggior pregio.
Qui si entra nel concetto di costo di sostituzione, inteso come il costo da sostenere per mantenere il livello produttivo della mandria.
Il costo di sostituzione è dato dal costo dell’allevamento delle manze che ci servono, dedotto dal costo di ricavo delle vacche macellate; la differenza tra il costo di allevo degli animali e il ricavo delle vacche da macello, diviso per i litri prodotti, è, appunto, il costo di sostituzione della mandria definito in termini di costo litro latte.
In base alle strategie applicate questo parametro può cambiare significativamente e dare un contributo importante al conto economico all’allevamento.
Chiaramente una mandria giovane sovradimensionata comporta degli extracosti di mantenimento, anche semplicemente per la spesa alimentare, e di conseguenza ha un impatto negativo, sul conto economico aziendale, perché tende a far crescere il costo di sostituzione.
E questo deprime conto economico dell’azienda da latte, gravando sui costi.
Una fonte interessante di ricavo può essere invece determinata dalla vendita dei vitelli maschi da incrocio.
E veniamo al metodo.
Facendo gli opportuni calcoli, si può stabilire quante sono le manze che devono partorire in un anno per le necessità di rimonta.
Queste vanno divise il più omogeneamente possibile nei vari mesi dell’anno, per non avere una stagionalità dei parti che è tanto problematica all’interno degli allevamenti da latte.
Le manze necessarie su base annuale possono essere divise, dicevamo, su base mensile, con la giusta tolleranza, e in base al tasso di concepimento della mandria si può calcolare quante fecondazioni, su base mensile, è necessario fare con il seme sessato per ottenere, in proiezione, le nascite numericamente sufficienti di vitelle che poi, a distanza di due anni, andranno a partorire a loro volta ed essere animali pronti per sostituire gli animali a fine carriera.
Tenendo conto che ormai il seme sessato ha dei tassi di concepimento praticamente sovrapponibili a quello del seme convenzionale è un esercizio piuttosto semplice.
Quello che c’è da fare è dunque quanto segue.
Stabilire il numero di fecondazioni per finestra mensile che è necessario fare col seme sessato sulla migliore frazione di merito genetico del proprio allevamento, che includerà verosimilmente buona parte delle manze e alcune delle migliori secondipare o anche le migliori pluripare, cioè gli animali da cui si desidera avere della rimonta. Questi sono gli animali a cui sarà indirizzata una fecondazione con seme sessato da latte.
Tutti gli altri animali possono essere fecondati con il toro da carne, considerando che c’è la disponibilità di seme sessato da carne per ottenere vitelle da incrocio da carne o vitelli maschi da incrocio da carne.
I software gestionali oggi comunemente disponibili sul mercato sono in grado di supportare la quotidianità di questo tipo di scelte e la loro programmazione.
Molto importante: al momento in cui viene fatta la diagnosi di gravidanza, bisogna listare tutte le vacche che sono risultate gravide e andare a vedere quante sono rimaste gravide con seme sessato dalle quali ci si può aspettare la nascita di una vitella femmina e verificare quante sono le gravidanze in corso da seme sessato rispetto a quello che era l’obiettivo.
Se ci sono delle mancanze e per qualsiasi motivo, se non si è generato un numero sufficiente di gravidanze con sessato da latte, occorre rimediare alla finestra di fecondazione successiva, cioè decrescere un pochino le fecondazioni da carne e aumentare il sessato da latte, per mantenere una omogeneità di vitelle da rimonta nate.
Ovviamente in tutti questi calcoli occorre anche tenere in considerazione quelli che sono i tassi di mortalità attesi, i vitelli nati morti, la mortalità in vitellaia, i tassi di perdita degli animali durante l’accrescimento e così via.
Questo è un altro pilastro fondante dell’allevamento che vuole impostare una strategia riproduttiva di questo tipo: fatti negativi di questo genere devono essere ridotti al minimo.
È fondamentale quindi investire nella prevenzione di diarrea o polmonite. Sarebbe un disastro se la nostra mandria in accrescimento venisse falcidiata da queste patologie, visti i numeri ridotti di animali e perché, in questo caso, c’è in gioco genetica di altissimo valore.