I vitelli maschi non sono certo trattati come le femmine, si sa. Coccolate, vezzeggiate, ben nutrite e ben alloggiate, mentre per il vitello maschio i ritagli di spazi e attenzioni.
È questa situazione è comune in tante stalle dal latte: mentre le vitelle, la futura rimonta, spesso di alta genealogia, sono trattate con ogni riguardo, i maschi, quelli destinati a essere raccolti per l’ingrasso a carne bianca, ma non di rado anche gli incroci, conoscono una sorte più grama: per alloggiamenti, per alimento, per attenzioni ricevute.
Ci sono ragioni pratiche, visto il valore delle une e degli altri. Ma non è saggio.
Così la pensano in questa stalla. Qui, dice uno dei proprietari, non si fanno distinzioni tra maschi e femmine quando si tratta di vitelli: sia le femmine da rimonta, i maschi frisoni e gli incroci sono trattati allo stesso modo, con la massima cura.
La ragione è semplice, ed è il cuore della questione: avere una nicchia di animali bistrattati, alimentati meno bene, alloggiati in maniera più precaria, oggetto di scarse attenzioni perché “materiale” di poco valore, determina la creazione di una bomba sanitaria pronta ad esplodere. Una nicchia di soggetti pronti a fare da spugna per ogni patogeno passi di lì, in grado di accoglierlo, svilupparlo e trasmetterlo ad altri soggetti.
Per questo i vitelli – spiegano qui – vanno tutti trattati allo stesso modo e tutti al meglio: per evitare che diventino un veicolo di infezioni pronto a colpire.
La sanità in stalla si costruisce fin dai primi giorni, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma se ci sono vitelli di serie A e altri di serie B il patogeno – che, come è noto, non discrimina – ringrazia.


Certo che sarebbe il caso di fare un po’ il punto….. meglio allevare la rimonta o comprarla? A me pare che in questo particolare momento sia meglio comprarla….. spendere soldi tempo e attenzione per dei vitelli, maschi o femmine, che non portano valore se non dopo tanto tempo….. sia una scelta deleteria soprattutto per coloro che usano o meglio abusano seme sessato!